FILM STEIN 2 (1968) 8MM, B&N E PELLICOLA GRAFFIATA

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Usando la cinepresa manualmente immaginandoti che la stessa si sia trasformata in un mitragliatore. Fantasia di numeri mitragliando e spazzando con un tele 300 una serie di numeri neri su fondo bianco. Lampada da 500 Watt a 80 cm dal soggetto
Piano pellicola soggetto cm 21 - diaframma 4 - (macrocinematografia-prolunghe varie). Ora il soggetto è composto di test ottici, con la massima delicatezza il soggetto viene spezzato a mo’ di pennellata. Soggetto (spirale) - bianco e nero - macchina fissa-stesso tele - variando la misura di fuoco (macrocinematografia).
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Stessa spirale (soggetto) - Aumento intermittente di sfocature - alternando ogni fotogramma con altri non impressionati. Passaggio in orizzontale, coni stilizzati (bianco e nero) e linee parallele. Intermittenza su test ottico in negativo mitragliando con insistenza, su due particolari dello stesso. Idem su caratteri normali da quotidiano.
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Croce uncinata nazista (soggetto) - elmetto SS. Mitragliando convulsamente quasi a sfasciare il meccanismo della cinecamera (fotogramma singolo) - macrocinematografia - uno due - uno due - uno due...
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Riprese con teleobiettivo 350 e prolunghe preoccupandosi di mettere in quadro unicamente la finestrella rettangolare del proiettore funzionante il quale proietta al buio spezzoni di Stein n.1 velocità proiettori 18 fotogrammi al secondo cinecamera velocità 24 fotogrammi al secondo - la camera da presa è situata frontalmente a cm. 21 dal proiettore. Diaframma 32-Fader-a metà (massimo della chiusura).
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Punta d’acciaio sottilissima, installata sull’attacco di uno spazzolino da denti a vibrazione (elettrico). Scalfire con lo stesso elettricamente una pellicola Kolor non impressionata. Appaiono in proiezione moltitudini di leggere scalfitture, le quali compongono una visione delicatissima. Stesso procedimento usando un trapano da odontoiatra montando sullo stesso frese di varie proporzioni, intercalandole su 24 tipi. Sempre con lo stesso apparecchio - asportazione parziale dell’emulsione - controllando la progressività dell’opera in moviola. In questo pezzo esistono spirali in parallelo ottenute con fresa circolare, mantenendo la stessa a contatto dell’emulsione quasi accarezzandola.
I fori a spirale sono ottenuti con fresa conica invertita-sempre con l’ausilio della moviola.
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Una comunissima coda bianca che normalmente si trova in testa a pellicole Kolor.
Si intacca l’emulsione con acido muriatico - dipingendo poi con la penna e inchiostro di china un ricamo minuziosissimo. Gli ultimi metri sono un ammasso colorato (china su pellicola sovraesposta, quindi completamente trasparente) - fresando l’emulsione al massimo e dipingendo il tutto con serie di dominanti colorate

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[1] Testi estrapolati dal libro Cinema Underground oggi, a cura di Sirio Luginbühl, Mastrogiacomo Editore, Images 70 Padova 1974, pp. 20-23.

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