BREBBIA SCRISSE I TESTI CHE SEGUONO PER LA MONOGRAFIA DI MASSIMO BACIGALUPO IL FILM SPERIMENTALE

BREBBIA  SCRISSE I TESTI CHE SEGUONO  PER LA MONOGRAFIA DI MASSIMO BACIGALUPO IL FILM SPERIMENTALE, SULLA RIVISTA BIANCO E NERO, DEL 1974, PUBBLICATA DOPO LA SUA SCOMPARSA[1]:

«Periodo dopo “Eccetera” (n.35 1967 8mm 2 schermi bn c sv 24 fts m 120).

Proietto la sfera agli amici dell’avanguardia di Varese. Erano in tre quella sera. Dopo la proiezione e dato che ogni volta che mi succede qualcosa per cui sento il desiderio di dormire e riposarmi il cervello, prima devo assolutamente scrivere, ecco quello che scrissi dopo questa proiezione:

VANA è la tua insistenza e la forza in te racchiusa. Un velo di nebbia dirada la tua intercettività - ad intuire che stai combattendo FANTASMI MOLLI i Quali usano la tua AGGRESSIVITA’ PER SFIANCARTI E DISTRUGGERTI saziandosi poi del pulviscolo ch’è rimasto di te - 26-10-67.

E mentre stavo montando un film che mi ossessionava nel vederlo continuamente proiettato nel piccolo video. Avevo incubi durante la notte. Credo di non aver mai sofferto quanto soffersi con Eccetera in lavorazione. Scrissi così:

SFERICA TERRA

PERCHÈ

Concepisti l’ultima tua creatura

TERRAQUEO GLOBO

PERCHÈ

Non t’accorgesti dell’esplosiva MATERIA che il suo SCIMMIESCO CRANIO

Conteneva

GRANDE PIANETA

Ora sei serrato nel pugno del tuo gigante. 21-10-67.

Poi vidi una donna passare davanti al mio negozio - una bella donna una di quelle sofisticate - e scrissi:

PRODOTTO di una PAZZESCA CIVILTA’ che ti permette di generare creature non tue.13-10-67.

Poi vidi nella stessa maniera passare un barbone, e scrissi:

Minuscolo sintetizzatore ora non ci servi più i tuoi transistor - captano esclusivamente la trasmittente di dio. 14-10-67.

Forse lo scrivere d’improvviso mi liberava l’occhio che era sollecitato da quelle immagini. Fu quel film che mi regalò la penna anche se un poco traballante.

Prima di questo film era tutta un’altra cosa.

Poi scrissi ancora:

CATALIZZATE MENTI

PROGETTATE LE CITTÀ DI URANIO

CERVELLI ELETTRONICI

INCATENATI FRA ENORMI PARALLELEPIPEDI

ERETTI AL CIELO

COME SIRINGHE INIETTATRICI DI DROGA

TEMPESTE ATOMICHE

URLATRICI DI MALEDIZIONI

CORPI D’ACCIAIO

AFFERRATE LA MORTE. 10-10-67.

La colonna sonora di questo film mi fece altrettanto, e scrissi:

Monotone - stridule dolci note il mio essere si risveglia dal torpore agghiacciante vedo campi fioriti metallo grigio - fiori d’acciaio sono trasportato dal calore della fusione. Amo l’infinitesimo, libero. Amo il cielo e il nulla. Amo la terra rossa. Amo la lucertola d’oro irradiata dal sole invulnerabile. Amo la goccia soave cullata dal grande fiume inquinato. Amo i fondali violabili del verde mare. Amo le moltitudini incatenate alla civiltà. Amo il silenzio il silenzio. 3-10-67.

Avevo Giovanna all’ospedale per un intervento chirurgico. Nella sua camera v’erano suoi amici che le raccontavano barzellette. Ai piedi del letto di Giovanna v’erano quotidiani e riviste varie. Restai lì ad ascoltare le loro cose, però la mia attenzione era rivolta alle grandi foto a colori:

ROTOCALCO

INTUIZIONE DI UN REPORTER

SENSAZIONALE NOTIZIA

TELEFOTO

Impaginazione distratta, divulgazione capillare, DANARO, INCHIOSTRO, DANARO, INCHIOSTRO.

Pettegolezzi, distrazioni, IL SENSAZIONALE SI DILEGUA, SVANISCE, BRUCIA

LA MOSTRUOSA MACCHINA ORMAI E’ IN MOTO - INDISTURBATA SI INGRANDISCE – DILAGAAAAAAAAAA

INVADE IL PIANETA. 20-10-70.

Come un miracolo successe che non volli più girare con la macchina da presa.

Avrei venduto la cine se avessi trovato uno che mi pagava il suo valore. La dimenticai in un cassetto ed era mia intenzione smettere di fare film.

E scrissi ancora. Però mi accorsi che le idee prendevano altre proporzioni.

E infatti:

Nell’immensità del creato, nella magnificenza del movimento, è stato possibile il collegamento astratto di esseri apparentemente viventi

CONCRETIZZARSI con il compito specifico di pulsare

IRRADIARE il raggio

INNUMEREVOLI altri ESSERI

COLATI. Apparentemente filtrati dal ripetersi del tempo restarono là nell’attimo

Fantastico irrimediabilmente colati nella situazione usualmente cristallizzata.

OPACHI

Il raggio sfolgorava nel buio oltre il siderale ramificato dalla sua immensa struttura

GENERAVA

satelliti rettilinei, sibilanti, velocissimi, dirottati ovunque, producevano ancor prima d’esser riprodotti

moltiplicazione di luce.

Operiamo nell’universo alla ricerca di qualcosa un miliardo di volte più luminoso del sole.

Moltiplichiamo per un numero pari ad un’eternità di raggio solo allora avremo

la possibilità di captare la giusta visione

avere l’idea per iniziare

l’IDENTIFICAZIONE del nome appropriato a tanto spettacolo. ott. - 67.

[1]Massimo Bacigalupo, Studi monografici della Rivista Bianco e nero, Il film sperimentale, fascicolo 5/8- Roma 1974, pp. 58-62.

 

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